On board September 2021: my children my family

 

 

A bord : mes enfants, ma famille…

 

 

A bordo con la mia famiglia

 

 

Itaca, Meganisi

 

16/7/2021 Messolonghi

 

 

Rio-Antirrio Bridge

The world’s longest multi-span cable-stayed bridge. It crosses the Gulf of Corinth near Patras, linking the Peloponnese to mainland Greece.

Le plus long pont à haubans à travées multiples du monde. Il traverse le golfe de Corinthe près de Patras, reliant le Péloponnèse à la Grèce continentale.

Il più lungo ponte strallato a più campate del mondo. Attraversa il Golfo di Corinto vicino a Patrasso, collegando il Peloponneso alla Grecia continentale.

15/7/2021 Nafpactos

 

Gloomy evening in Galaxidi July 2021

 

Soirée morose à Galaxidi

 

Serata cupa a Galaxidi

 

30/6/20   Fiscardo – Meganisi

28-29/6 /20    Fiscardo

 

26-27/6/20      Messalongi – Itaca

 

23- 24/6/2020

We leave Galaxidi and in the evening are in Trisonia.

 

Nous quittons Galaxidi et le soir, nous sommes à Trisonia.

 

Lasciamo Galaxidi e la sera siamo a Trisonia.

31 Maggio 2020.  Sulla riapertura dei confini, il ministro degli Esteri italiano ha dichiarato “Se qualcuno pensa trattarci come un lazzaretto” e poi una minaccia!!! “sappia che non resteremo immobili.” ? Rimango interdetto. Questo orgoglio di patria ferito fuori luogo; in una seduta psicanalitica, mi immagino l’analista “ E si ricorda, nel passato, quando ha risentito una emozione simile?” Ma che crede Di Maio, che alla Grecia faccia piacere non accettare i turisti Italiani? Che, rappresentano, perlomeno sulla costa ionica, più o meno 80% del loro turismo. Se la Grecia, si è protetta cosi bene e con tanto sacrificio è perché non ha una infrastruttura sanitaria che li consente di affrontare una pandemia come è avvenuta in Italia. Ma poi, per esempio, noi voremmo in questo momento, una invasione di turisti americani?

Ieri, 30 aprile 2020, un grande giorno in Italia, un ritorno ai valori morali della mia gioventù.

1955, avevo sei anni, mia madre scopre un nuovo amore nella sua vita e mi manda a trascorrere una o due settimane dai miei nonni a Firenze. Mi accompagna alla stazione di Ginevra e chiede ai viaggiatori dove andavano e mi affida a uno di loro, assicurandosi che scendessi bene a Firenze. Noncuranza; forse, ma anche un altra epoca in cui era possibile avere questa fiducia negli altri. Un’era ormai, finita.

Qualche anno dopo, alla televisione italiana c’era un programma chiamato “Specchio Segreto”, che era simile al programma “candid camera” americano. Non erano gag come la macchina senza conducente, ma sempre accentrati su emozioni umane. Per esempio, Nanni Loi, il conduttore, in un bar, inzuppava la sua brioche nel cappuccino degli altri, la telecamera si concentrava sulla loro reazione. Lo stupore di alcuni, altri che gli offrivano il loro caffè. In un episodio eclatante, Nanni Loi avvicinava i passanti dicendo che era evaso dal carcere e se l’avrebbero ospitato per qualche giorno. Sorprendenti le reazioni; quelli che spiegava di non potere scusandosi, ma alcuni hanno accettato! Un era finita per sempre o forse … ne è rimasta un traccia.

Ieri i carcerati di un istituto, e parlo del carcere non in senso figurato, hanno fatto una raccolta “per i più indigenti” altri istituti penitenziari hanno seguito. La canaglia, il rifiutato della nostra società ha dimostrato una solidarietà sociale che alcuni nostri politici dovrebbero prendere come esempio.

È la fine di un’Italia che solo l’anno scorso ha chiuso i suoi porti alle navi dei migranti? Sarebbe troppo sperare, ma non si dice sempre che la speranza è l’ultima a morire.

avevo

Hier 30 avril 2020, un grand jour en Italie, un retour aux valeurs morales de ma jeunesse.

1955, j’avais six ans, ma mère découvrait un nouvel amour dans sa vie et m’envoyait passer une au deux semaines chez mes grands-parents à Florence. Elle m’amena à la gare de Genève et demanda aux voyageurs leur destination avant de me confier à l’un d’eux en se recommandant que je descende bien à Florence. Insouciance? Peut-être, mais surtout une autre époque qui permettait d’avoir cette confiance en autrui. Une époque révolue, finie.

Quelques années plus tard, sur la télévision italienne on passait une émission intitulée “Specchio Segreto”, senblable à notre “caméra cachée”, mais ou l’accent était posé non pas sur des gags, genre voiture sans conducteur, mais sur des émotions humaines.
Par exemple,
dans un bar, Nanni Loi, l’animateur du programme, trempait son croissant dans le cappuccino d’autre clients, la camera figée sur leur réaction. La stupeur chez certains et d’autres qui lui offraient leur café. Dans un épisode marquant, Nanni Loi approchait des passants et leurs disait qu’il s’était évadé de prison et s’ils voulaient bien le loger quelques jours. Les réactions était surprenantes, certains refusaient, expliquant qu’ils ne pouvaient pas avec des excuses très inventives, mais certains acceptaient. Époque finie a tout jamais, mais, juste, peut-être pas totalement.

Hier, en Italie, les prisonniers d’un établissement et je parle de prison pas au sens figuré, on organisé une collecte “pour les plus démunis” et d’autres établissements pénitenciers on suivi. La canaille, les rejetés de notre société ont donné une preuve de solidarité sociale que certains de nos politiciens mondiaux devraient prendre en exemple. 

Est-ce la fin d’une Italie qui seulement l’année passée à fermé ses ports aux navires de migrants ? Çe serait trop espérer, mais ne dit-on pas que l’espoir est le dernier à mourir.

Yesterday, April 30th, 2020, a great day in Italy, a return to the moral values of my youth.

1955, I was six, my mother discovered a new love in her life and sent me to spend one or two weeks with my grandparents in Florence. She took me to the train station, in Geneva and asked the travelers where they were going and entrusted me to one of them, making sure that I got off in Florence. Carelessness; perhaps, but also, another time, when it was still possible to have this trust in others. An era that doesn’t exist anymore.

A few years later, on Italian television there was a program called “Specchio Segreto”, which was similar to “candid camera” but with a completely different twist. It wasn’t gags, like a driverless car, but was always centered around human emotions. For example, Nanni Loi, the conducteur of the show, in a bar, dipped his bun in the cappuccino of others, the camera would halt on their reaction. The amazement of some, others who offered their own coffees. In a memorable episode, Nanni Loi approached passers-by and told them that he had escaped from prison and if they would put him up for a few days. The reactions were surprising, some refused, others explained that they couldn’t with various ingenious excuses, but some did accept. An era forever gone … or maybe not totally.

Yesterday, in Italy, the prisoners of an institution, and I am talking about prisoners not in the figurative sense, collected money “for the destitute”, other penitentiary institutions followed. The scum, the rejected of our society have shown social solidarity that some of our world politicians should take example from.

Is this the end of an Italy that only last year closed its ports to ships with migrants on board? That would be too much to hope for, but don’t we always say that hope is the last to die.

Questo è un articolo scritto da un mio conoscente, incontrato a Galaxidi, del quale non mi ricordo il nome, Solo il sorriso .

This is where you will see short videos, comments and photos when I’m traveling. but for now i’m just going to add articles, posts which either we or others have written.

venerdì 22 giugno 2018
Dei porti, dei pensieri sparsi e delle genti diverse.

Spiros, faccia pulita, gentilezza un po’ rude ma vera che viene dall’anima e da una educazione valoriale più che dalla vocazione turistica del suo mestiere di addetto agli ormeggi di Chania.
Spiros che, anche lui come tanti greci, si fa brillare gli occhi al sentire che siamo di Roma, città della sua luna di miele e non ho cuore di dirgli che non è più la stessa, la città che sarà sempre eterna ma che anche lei, come gli dei, un po’ di pene si vede che le deve soffrire.
“Sono incredibili i romani” mi dice Spiros che si è sposato pochi anni fa, non nel 1950, “chiedi l’indicazione di una strada e smettono di fare quello che stanno facendo per accompagnarti là dove devi andare”.

Buffo.
È una delle esemplificazioni che uso più spesso per descrivere i greci. Eppure, mai l’userei per descrivere i romani o comunque gli italiani. Forse i napoletani, sicuramente i calabresi, ma tutti gli altri certamente no.
Si vedono cose diverse con gli occhi forestieri e quasi sempre si vedono cose migliori.
D’altro canto, quando io dico questa cosa ai greci, vedo sui loro volti lo stesso mezzo sorriso perplesso che dedico a Spiros. “Ma chi? Noi? Gentili? Ma quando mai…” e, esattamente come faccio io con Spiros, loro non smentiscono se non con quel mezzo sorriso.
Piccoli, inspiegabili barlumi residui di orgoglio patriottico.
Ma un fatto è certo: gli stranieri possono restituirci un’immagine più bella di noi stessi. Ovunque, in ogni luogo, nel sud e nel nord di tutto il mondo.
È un patrimonio unico e imperdibile, lo straniero.

L’amaro, dietro a questi pensieri confortanti, viene dalla cronaca politica. Vista da qui, dal mio paradiso di armonia ellenica, la situazione italiana mi sembra una Babele disgustosa.
Slogan banali e insopportabili si inseguono sulla rete, si ripetono ben oltre la noia ma, quel che è peggio, accompagnano e sottolineano provvedimenti di una gravità inaudita.
Quei signori del nuovo governo, sorretti da braccia festanti a mimare un ripetitivo “lasciamoli lavorare!”, elargiscono pillole di veleno capaci di dare soddisfazione a un odio a cui non possiamo e non dobbiamo abituarci.
Sono in uno dei porti più belli del Mediterraneo, quando leggo che il neo Ministro degli interni chiude i porti italiani alle Ong e nello specifico alla nave Aquarius che trasporta 629 migranti.
Non una dichiarazione di intenti ma un provvedimento. Non una “questione migranti“ da trattare a un tavolo dei potenti ma dei migranti veri in carne e ossa, costretti a restare in un mare ostile molti giorni di più del dovuto.
Lo stesso giorno, in tema assai più leggero, parlo con Spiros del porto di Chania. “Tutti vogliono venire qui, costa poco, ci sono i corpi morti, è una città bellissima e base di escursioni” lo dice come un dato di fatto e continua contrito “in estate abbiamo messo una regola, non si può stare più di 15 giorni consecutivi, a me dispiace ma i posti son pochi, un porto è un riparo, non può essere sempre pieno, ci deve essere ricambio”. Glielo leggo negli occhi che vorrebbe un porto più grande, che non vorrebbe mai dire a nessuno che non c’è posto perché un porto deve avere posto.

L’antico porto d’impronta veneziana di Chania, Creta.
UN PORTO E’ UN RIPARO. Per tutti quelli che stanno per mare, anche per quelli di cui parla Spiros: normali naviganti come noi con problemi non problemi, fame che non è fame, sete che non è sete, stanchezza che non è stanchezza.
Un porto è un riparo, deve accogliere, sempre, perché il mare non è terra, almeno per l’uomo che non è un pesce.
Un porto non è una frontiera, è casa, è terra, è salvezza, è conforto.
Lo ha capito Spiros. Cioè no, Spiros lo sa da sempre, lo dà per scontato.
Che è successo, invece, a noi?

Non solo a Salvini, su lui non ho mai avuto speranze, che è successo a quei tanti italiani che vedo esultare per la chiusura dei porti? Tra loro, molti son uomini di mare, no forse no, son uomini che vanno per mare, diciamo. Chiunque viaggi sa che non è possibile chiudere le frontiere, non si può fermare quel bisogno di viaggiare e tanto meno il bisogno di fuggire. A maggior ragione quando la fuga è sopravvivenza. Non è solo solidarietà, è arricchimento. Non c’è cultura chiusi in se stessi, non c’è crescita, non c’è evoluzione.

Ho l’impressione che in Italia stia avvenendo qualcosa di diverso rispetto ad altrove, è innegabile purtroppo come questi provvedimenti xenofobi stiano aumentando il consenso di chi li annuncia. Una sorta di folla animata da odio, assetata di vendetta che individua il nemico in quell’unico che ci guarda pensando che valiamo qualcosa. Cacciamo via lo straniero, teniamoci la nostra roba, quella che abbiamo faticato a costruire, chiudiamoci in noi stessi con la scusa di preservare la nostra cultura. E intanto quella cultura la buttiamo al vento. Con la scusa di preservare tradizioni di cui ci importa solo nella misura in cui sentiamo che vengono minacciate dalla contaminazione.

Perché? Perché sono cattivi, rubano, puzzano, frugano nell’immondizia, lavano i loro panni nelle nostre fontane. Questo, più o meno, il sentimento italiano che leggo e le motivazioni che mi vengono date.

Poche le voci che contrastano questa tendenza, poche, sempre più stanche, sempre più allibite. Unisco la mia. Ma per la prima volta penso che forse è inutile, forse è la Storia che fa il suo corso, forse bisogna passare per questo orrore per poi rinascere.

Non lo dico a Spiros che abbiamo chiuso i porti ai migranti. Non perché penso che possa giudicare male i nostri governanti ma perché temo la domanda “E voi? Che fate? Che dicono gli italiani?” E che gli rispondo a Spiros? Che la crisi economica, le tasse e la disoccupazione ci hanno fatto diventare così? E se la nostra crisi ci porta a odiare, la loro ben più grave cosa dovrebbe fargli fare? No, non glielo dico e spero di partire prima che lo legga da qualche parte.Perché anche se grazie a Spiros, d’ora in poi mi sforzerò di guardare ai miei concittadini con i suoi occhi da forestiero e di cogliere quella gentilezza d’animo che io non so più vedere, c’è una cosa che dentro di me so che si deve dire degli italiani e non si può dire dei greci.

La nostra gente sembra proprio avere la vocazione per l’essere forte con i deboli e debole con i forti. E questo governo, altro non sta facendo, che carezzare questa vocazione.
Il porto è un riparo. Tra tanti slogan, non potremmo usare questo? Mentre cerco di coniugare il bello che vedo qui con il brutto che arriva da casa, mi arriva un messaggio dalla mia amica Francesca: la lettera con cui Medici senza Frontiere ringrazia suo marito Ugo Pugliese, sindaco di Crotone per avere offerto il porto della sua città come possibile approdo alla Nave Aquarius. Come lui, altri sindaci, apprendo dopo. Se non sbaglio tutti del sud.
Il porto è un riparo. Anche per noi italiani. O almeno per quelli che conoscono il mare.


link:pacaypalla11.blogspot.com/

 

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